L'aquila e la pecora

Continuo a notare che in quest'epoca di confusione molte persone, totalmente smarrite e senza un punto di riferimento ideologico, facciano quadrato attorno a personaggi moralmente discutibili. Il sonno della Ragione ha prodotto una massa di pecore matte che necessitano di un capo -o meglio un padrone, una figura che li guidi e gli dica cosa fare. Non importa cosa questi personaggi dicano, perché il gregge non ha bisogno di indicazioni pratiche ma di sogni e illusioni con cui confortarsi e dare un significato a una vita che non riesce a realizzarsi. Ecco così che rispuntano fuori vecchie ideologie politiche che oggi sembrano essere più fanatiche che mai, nella follia del nostalgismo e nell’impossibilità di affrontare il futuro. Tante belle parole che non riescono a svilupparsi in un programma pratico e aperto ai veri problemi ma che sopravvive solo con l’ingenuità di persone che non hanno altro in cui credere.… demagogia allo stato puro. O ancora i nuovi guru, santoni di ultima generazione ma con un repertorio vecchio come il mondo che riescono ancora a incastrare nelle loro ragnatele uomini semplici che non chiedono nient’altro che speranza, l’illusione di poter migliorare sé stessi con forze irrazionali e prodigiose.

L’ignoranza e lo smarrimento hanno creato questi mostri. La cultura dona all’uomo la libertà di scegliere e di comprendere cosa sia il bene e cosa il male, il potere di confrontarsi e di giudicare, di dominarsi e rimanere un individuo intellettualmente autonomo. Ma per gli altri, quei poveri diavoli che errano come anime perdute, non resta che l’illusoria sicurezza di mettersi sotto l’ala protettiva di qualcuno, fare proprie le idee dell’altro, identificarsi con lui fino a stravolgere i confini della sua individualità, di fondersi con la massa perché solo questa potrà accoglierlo e accettarlo.
Il saggio per vivere ha bisogno solo di sé stesso e della continua ricerca del sapere; lo stolto necessita di un padrone che gli mostri un mondo sicuro con regole semplici e certe. Due universi opposti, come l’aquila e la pecora, inconciliabili tra loro: l’aquila vedrà la pecora solo di sfuggita quando gli volerà sopra, la pecora ignara non riuscirà neppure ad alzare lo sguardo al cielo.



Massimo Valeriano Frisari