Nasce il C.S.R.

confederazione socialista romana

Unione dei Movimenti Tradizionalisti, Rivoluzionari e Patriottici
Per una nuova Italia Socialista e Romana

Con questa breve nota presentiamo la nuova e innovativa Confederazione culturale e politica a cui hanno aderito i movimenti RES PVBLICA, NUOVO IMPERO ROMANO, POPVLARES




La Romanità come nuova e rivoluzionaria corrente del Socialismo
La Romanità –in modo particolare il fenomeno culturale e sociale della Repubblica- viene letta nella sua essenza, spogliandola dai pregiudizi e dalle interpretazioni fittizie di una politica antiquata e dannosa, cogliendone il vero spirito rivoluzionario e popolare adattandolo ai problemi della nostra contemporaneità.  Nelle gesta dei Padri, nella loro legge e nella loro Costituzione troviamo quei valori di Socialismo, di democrazia diretta, di collettivismo e partecipazione popolare che non hanno tempo.
Ricordiamo con nostalgica invidia quando le Assemblee della Plebe avevano pari poteri col Senato (oggi diremmo Parlamento) influenzando le decisioni di questo; quando il Popolo tramite i suoi rappresentanti poteva bocciare e fermare le leggi e le iniziative prese dalle alte magistrature; quando a tutti era assicurata una casa e un pezzo di terra, ovvero la proprietà dei mezzi di sussistenza (appunto la terra) dell’epoca; quando l’unico bene era quello collettivo, e la Res Publica era, come diceva il nome, la cosa di tutti, la Cosa Pubblica; e ancora, quando il Popolo tramite il suo voto diretto poteva eleggere il governo e i singoli ministri che esercitavano la loro carica senza ricevere denaro. Inoltre la perfezione della Costituzione Romana, come ricorda Polibio, stava nell’equilibrio e nel bilanciamento degli ordini sociali e politici: con S.P.Q.R. davvero si intendeva l’equo e pari governo del Popolo e del Senato, tutte le cariche erano collegiali in modo da impedire che il potere e le decisioni ricadessero nelle mani di un solo individuo, e i vari ordini erano strutturati in modo che l’uno controllasse e moderasse l’altro.
Nell’Humanitas e nell’Universalitas Romana ci leggiamo l’Internazionalismo e la solidarietà verso gli oppressi di tutto il mondo: fai dei problemi del prossimo i tuoi problemi, diceva Cicerone. Così noi facciamo di ogni Rivoluzione la nostra Rivoluzione, di ogni oppresso il nostro fratello e di ogni oppressore il nostro nemico.
Rifuggiamo il concetto di nazionalismo che è solo un interesse morboso e materialistico del suolo per difendere la nostra terra in quanto eredità dei Padri, culla della nostra civiltà e della nostra identità senza la quale non può esistere libertà e autonomia.
Per tutelare questa sapienza antica proponiamo un nuovo Umanesimo, la riscoperta e la valorizzazione della nostra cultura, dei suoi più alti e nobili valori. Il nostro non è nostalgismo, fossilizzazione sui libri e sul passato ma è la rilettura della storia per fondare e plasmare un futuro migliore, una nuova idea di società e di uomo, con lo stesso spirito che animò e guidò il Rinascimento.
In un innovativo e alternativo dualismo Patriottismo-Internazionalismo, Tradizione-Innovazione fondiamo le nostre posizioni e pianifichiamo i nostri obiettivi, sempre in difesa della giustizia, dei diritti dei più deboli e del Popolo.
Questo è quello che riesce a fare ancora la Romanità con i suoi immortali valori, oggi più attuali che mai capaci di poter cambiare un mondo e una società ormai schiava del materialismo e della tirannia globale.