Se la politica è una missione (e non un lavoro)

Dedicato da Gordon Russell alla classe dirigente italiana,  
nella speranza che il loro incarico, un giorno, assomigli alla sfida vitale dei gladiatori. 
Estratto da: La congiura di Pompei, cap. 29 

(…), Diomede, Aiace, Patroclo e Achille si precipitarono fuori, sul porticato, ad abbracciare l'amico e istruttore. Vibio alzò il palmo della mano intimando di mantenere una certa compostezza. Si guardò attorno per vedere chi li osservasse. Poi, li invitò a seguirlo verso il lato meridionale della caserma, dove si trovava un'altra grande esedra, affrescata con immagini di Marte e Venere, Mercurio lo psicopompo ed Ercole. Su un lato della grande sala si trovavano splendidi affreschi di armi e numerosi trofei gladiatori: scudi, elmi piumati, parastinchi, pugnali, lance, tridenti. Tutto era accuratamente appeso a pali, in bella mostra, dietro una pesante cancellata di ferro. (…). 
«Amici miei...» disse Vibio invitando i compagni a sedersi sui sedili di pietra adiacenti alle pareti dell'esedra. «Non sono qui per parlare della vostra situazione legale. Qualunque cosa accada nei tribunali, io ho comunque il dovere di fare in modo che sopravviviate».

Diomede, Aiace, Patroclo e Achille lo guardavano commossi e increduli. 
Vibio si schiarì la voce e aggiunse: «E' inutile recriminare, ripeterci che è un'ingiustizia, fare congetture. E' del tutto ininfluente quello che dicono i vostri compagni di palestra o quello che pensano i conoscenti delle botteghe e dei termopoli del vostro quartiere». Vibio sapeva che non doveva permettere a quegli uomini catapultati all'inferno, di pensare troppo. (…). Quindi continuò: «Non vi è altro modo di uscire dal ludus che seguire le sue regole. (…). “Il ludus può essere un viaggio senza ritorno, ma può anche non esserlo. Dipende da voi, se ne può uscire». 
«Cosa faremo, adesso?» 
«Inizierete ad allenarvi, fisicamente e mentalmente. Tra poche settimane sarete chiamati a combattere (…). Inizierà così un periodo di giudizi da parte del pubblico e da parte dei vostri istruttori. Questo ciclo amici miei, è fondamentale. Se ne uscirete bene, se sarete piaciuti, vi ingaggeranno per i munera regolari, dove avrete la possibilità di vincere, ma anche, in caso di sconfitta, di ricevere la grazia del pubblico.” 
Vibio si schiarì nuovamente la voce: «Ricordate che più sarete preziosi e più vi tratteranno bene. Attraverso di voi, i clienti che vi ingaggeranno potranno ottenere successo tra il pubblico, e ciò comportarà loro grandi benefici in affari e in politica. Lo stesso sarà per voi. Se invece non sarete piaciutivi useranno come riempitivo per qualunque cosaRimarrete gladiatori anoniminon lotterete mai con i campionima coi primi disperati gettati in arenaE i disperati amici miei, non hanno etica, non hanno rispetto dell'avversario. Pur di sopravvivere sono disposti ad ammazzarvi subito, anziché portarvi alla resa coma da regola. (…). Sta a voi farvi un nome e una fama il più rapidamente possibile. É solo a partire da questo che comincerete a costruire il vostro destino
Ora tutti annuivano, pendendo letteralmente dalle labbra di Vibio. 
«Un altra cosa...». Il magister adagiò lentamente la schiena sul sedile e socchiuse gli occhi, in attesa che le parole trovassero il momento giusto per uscire: “Dovrete accettare la possibilità di trovarvi l’uno contro l’altro.” 
«Ma è assurdo» esclamò Achille: «Assurdo. Non potrei mai affondare una lama nel corpo di un amico, di un fratello». 
«Benvenuto nel mondo dei morituri» ribatté iroso Aiace. «Non hai ancora capito quello che ti sta dicendo Vibio? Se non affonderai nella mia carne, morirai tu e morirò io. Se invece combattiamo, nonostante le ferite potremo salvarci». 
Il silenzio calò cupo sui cinque. In quel luogo l’atmosfera era così diversa da quella della palestra. Nessuna faceva più lo stupido, nessuno giocava col compagno, faceva battute.  
Nel ludus l'attesa consumava. Cominciarono a capire la metafora di Vibio, dell'uomo chiuso in una cella oscura, priva di luci e suoni. Davanti a loro le pareti dell'esedra mostravano l'immagine di Mercurio psicopompo che metteva in collegamento il tartaro, il buio mondo dei morti, con quello dei vivi. Non era un caso che quella scena fosse proprio lì. Era terribile dover attendere con mille pensieri il momento del giudizio, ossia il combattimento. Quando quel momento sarebbe arrivato, non sarebbe bastato vincere, (…): bisognava “convincereIl che era tutt'altra faccenda. 


Gordon Russell é: Dario Battaglia e Vanna De Angelis